TIFF15, guida per ritornare felici | Tre mesi

– Perché Toronto?

Ecco, a questa domanda io non ho mai risposto sinceramente e non per paura di un giudizio. Volevo semplicemente vivere il momento “preparatorio” da sola, sperando di sentire sempre meno frustrazione. Sì, perché se costruisci la tua intera esistenza sull’ intelletto è un gran casino. Quando sei stata sempre sicura di idee, pensieri, ma soprattutto parole, niente ti fa paura.

Poi il rovesciamento: se sei in un altro Paese e la chiave di tutto è in una lingua differente, le regole cambiano. Quindi, ti metti in discussione, provi, discuti, insisti. Pensi di non farcela quando confondi restrooms con restaurants e ti senti dio per un “your english is good”.

La verità è che ho scelto Toronno (si pronuncia senza la seconda T, che poi è una lettera abbastanza phantom in inglese) per il Toronto International Film Festival, perché avevo bisogno di una speranza.

I problemi che ci sono in Italia non ve li devo certo spiegare io. Ho passato gli ultimi due anni della mia vita a LAVORARE come è giusto che sia per una donna di 27 anni. Ho passato gli anni precedenti, i migliori, su manuali di filosofia medievale, politica, morale, diritto privato, civile, procedura penale e chi più ne ha più ne metta. E non sono di certo l’unica o un’eroina. Ho semplicemente assecondato quello che muove ogni scelta della mia vita: la curiosità.

Poi la tragedia. Inizi a cercare un’occupazione ma:

  • queste due lauree sono troppo diverse, non è che sei confusa?
  • non hai troppa esperienza
  • un progettino per tre mesi poi vediamo
  • non ci sono soldi per questo progetto
  • perché se hai una laurea in giurisprudenza, vuoi fare comunicazione?
  • scusa Isabella, ma con questi calzini a pois non credo che farai strada! (PS: Poi mi sono licenziata)
  • se non mi porti questo risultato, ti tolgo il contributo fisso

Non voglio continuare perché, se ci penso, ho ancora il magone. Sicuramente ho incontrato grandi professionisti che mi hanno insegnato molto e resa una persona migliore. Ma non basta, signori miei. Ci dovete dare una speranza perché ne abbiamo bisogno per continuare ad andare avanti. Perché a trent’anni è una frustrazione chiedere soldi ai nostri genitori, perché se ho preso due lauree e un master era per crearmi un futuro migliore senza vergognarmi di averlo fatto, come mi avete portato a pensare per un attimo di assoluta follia.

Ecco, questo è quello che ha rappresentato il Tiff per me. Un’ isola felice distante 7000 chilometri dal cuore sotterrato. E quando parlo di Tiff intendo Canada, ma non solo. Quando scrivo TIFF leggete pure il posto che mi ha fatto trovare il coraggio di cambiare. Perché è vero che l’Italia è quello che è e non cambierà mai e non c’è lavoro e le cose vanno così e se tu non accetti ce ne saranno altri mille, ma solo se non ci private della dignità.

Siamo uomini e infinitamente piccoli, ma ancora in grado di fare grandi cose.

Gratitudine,

Milk