L’ULTIMO SOGNO

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Irwin Winkler è uno dei produttori americani più noti della New Hollywood (il periodo di grande rinnovamento del cinema statunitense, avvenuto tra gli anni sessanta e i primi ottanta): Rocky, New York New York, Toro Scatenato, Quei bravi ragazzi e per ultimo The Wolf of Wall Street. Per il suo contributo all’industria cinematografica è entrato nella Hollywood Walk of Fame, con una stella collocata al 6801 di Hollywood Boulevard.

Come regista è meno conosciuto e ha all’attivo solo sette pellicole. Tra queste c’è L’ultimo Sogno, film diretto da Winkler nel 2001 con attori di tutto rispetto: Kevin Kline, Kristin Scott Thomas, Hayden Christensen Jena Malone. E’ uno di quei film sempre presente nel palinsesto estivo Rai, ma di cui faccio fatica a ricordare il titolo, che in lingua originale è ben diverso: Life is a House.

La storia è quella di George Monroe (Kevin Kline), architetto di mezza età, in crisi per colpa del divorzio e del licenziamento. Scopre di essere ammalato di cancro e decide di dedicare il tempo che resta della sua vita spezzata al figlio Sam (Hayden Christensen), tossicodipendente e in piena crisi post-adolescenziale. Così prova a coinvolgerlo in un progetto a cui lavora da anni: la costruzione di una casa su una scogliera.

L’ultimo Sogno è la terza sceneggiatura del talentuoso Mark Andrus – lo stesso autore di Qualcosa è cambiato – poco apprezzata dalla critica. Fu accusato, infatti, di essere uno scontato cancer movie, incorniciato in battute ovvie e banali.

Sicuramente non affronta la morte come lo farebbe Denys Arcand, ma non ha questa pretesa. E’ un film che parla di vita ma anche di morte, di errori ma anche di vittorie, di debolezza ma anche di coraggio. E’ un film piacevole fatto di contrasti che emergono grazie alle grandi interpretazioni ed accompagnato dalle musiche di Mark Isham. Tutti buoni motivi per cui vale la pena vederlo.

Trailer L’Ultimo Sogno