THE WOLF OF WALL STREET

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Poteva chiamarsi tranquillamente The dark side of the dollars, è questa la prima cosa che ho pensato dopo aver visto The Wolf of Wall Street.

La scelta di questa domenica ricade sull’ultima pellicola di Martin Scorsese, la più lunga del regista, uscita il 23 gennaio 2014 in Italia. Scorsese torna a dirigere Leonardo Di Caprio, che è anche produttore della pellicola, confermando uno dei sodalizi artistici più interessanti del nostro tempo.

The Wolf of Wall Street è l’adattamento dell’omonima autobiografia di Jordan Belfort (Leonardo Di Caprio), uno dei broker di maggior successo nella storia di Wall Street. Non voglio spoilerare nulla (per i pochi che non l’hanno ancora visto), ma vi basta sapere che tutto gira intorno a SESSO, SOLDI e DROGA.

La riuscita del film è dipesa anche da un cast vincente, tra cui Johan Hill (Donnie Azoff) , la ventitreenne Margot Robbie (Naomi Lapaglia), Jean Dujardin (Jean – Jacques Saurel) e Matthew McConaughey (Mark Hanna) in una delle sue interpretazioni più intense anche se troppo breve (troppo breve perché vorresti un suo ritorno in scena durante tutto il film.

Riassumendo. The Wolf of Wall Street è un film dove si parla del lato oscuro dei soldi, dove c’è un Di Caprio maturo imprigionato nel corpo di un ventenne ma soprattutto dove è stato messo in scena uno dei più grandi esercizi di stile –  per fare il verso a Queneau – di Martin Scorsese.

PS. Per tutti i fan di Martin, voglio rassicurarvi sul fatto che il regista non si prenderà pause ma sta girando un nuovo film in Oriente. E questo lo so perché me l’ha detto Dante Ferretti – durante un incontro avvenuto a Marzo nel suo ufficio e di cui ho parlato in un vecchio post – che sta lavorando alla scenografia della nuova pellicola.