INCOMPRESA


Quando ho visto il trailer di Incompresa e tutti i vari servizi dei tg per la partecipazione del film alla sezione Un Certain Reguard del Festival di Cannes, ho capito che dovevo vederlo.

Il film è diretto da Asia Argento, il suo terzo lungometraggio, ed è uscito al cinema il 5 giugno. Ho avuto però la possibilità di assistere all’anteprima tenutasi al cinema Barberini di Roma lo scorso 4 giugno e sono rimasta piacevolmente colpita dalla regista e da tutto il suo cast prima ancora di vedere il film.

Sì, perché Asia e i suoi bambini, i veri protagonisti di Incompresa, hanno riso e fatto battute tutto il tempo della presentazione, prova che è stato un lavoro interiore profondo ma realizzato in un ambiente piacevole e familiare proprio per i tanti bambini coinvolti. Ed era questa la sensazione provata durante i loro racconti: il film era riuscito a creare quella famiglia che nello stesso mancava. Uno dei tanti miracoli cinematografici.

Incompresa è la storia di Aria (Giulia Salerno, un’incantevole bambina con l’animo e lo sguardo di una donna che ha già visto il mondo e le sue nefandezze) e della sua non-famiglia della Roma bene su uno sfondo anni ’80: un padre famoso (Gabriel Garko), una madre pianista (Charlotte Gainsbourg) e due sorellastre Donatina (Anna Lou Castoldi, figlia di Asia e del cantante Morgan) e Lucrezia (Carolina Poccioni).

Aria, piccola Cenerentola, è costretta a subire la separazione violenta dei suoi genitori ma anche le cattiverie degli stessi nei suoi confronti, forse perché così diversa e stonata in quell’ambiente meschino e egoista.

Va alla ricerca smodata di comprensione da parte della sua famiglia (ci proverà per tutto il film, come a muoversi in direzione ostinata e contraria), dei suoi piccoli amici e di figure moralmente discutibili che vivono ai margini della realtà urbana, ma che riescono paradossalmente a rincuorarla e tamponare quel grande dolore che si porta dentro. Non si separerà mai dal suo Gatto Nero, l’unico che sembra capirla.

Incompresa è un film di ossimori. E’ un film che riesce anche a farci paura , perché niente fa più paura di quel senso di impotenza e di miseria umana. Allo stesso tempo è un film che non vuole né vinti né eroi e si lava di tutti i più perfidi “ismi” proprio per non farci odiare e giudicare le debolezze dei protagonisti. Infine, è una storia di bambini e dei loro grandi occhi puri che ci guardano e osservano, ma soprattutto si impregnano di tutte le nostre parole e di tutti i nostri gesti.

Incompresa ha un sapore autobiografico nel senso che parla di Vita Propria, che è anche intreccio di vite diverse e l’ha ribadito la stessa Asia a Cannes «Tutta l’arte è autobiografica, come diceva Federico Fellini. E va aggiunto che la perla è quindi l’autobiografia dell’ostrica e questo film è la mia perla».

E questa perla, cara Asia, è la tua più fragile e intensa poesia sulla Vita.