Per il mio blog ho avuto il piacere di intervistare Sabrina Benanti, una persona con cui condivido quotidianamente il lavoro nel settore della vigilanza. Ma la nostra connessione va ben oltre le documentazioni e le procedure: nei momenti di pausa pranzo o durante un semplice caffè, ci siamo spesso ritrovate a parlare di natura, positività e female power.
Sabrina è una donna autentica, profondamente connessa con il mondo naturale e con gli animali, e questo amore si riflette anche nel suo modo di vivere e di relazionarsi. Ciò che mi ha colpito di più di lei, oltre alla sua dolcezza, è stata la sua capacità di ricordarmi che ogni persona che incontriamo nella vita arriva per un motivo. Anche quando queste persone non fanno più parte del nostro cammino, possiamo e dobbiamo essere grati per ciò che ci hanno lasciato.
Il suo libro d’esordio, “Recupero da attaccamento ansioso” disponibile in italiano ed inglese su Amazon, nasce come un flusso di pensieri, un atto di generosità verso chi, come lei, ha affrontato il panico e l’ansia. È un testo che non pretende di dare risposte definitive, ma che offre strumenti, consapevolezza e un abbraccio empatico a chi sta cercando di guarire.
Cosa ti ha spinto a scrivere questo libro su un tema così delicato come l’attaccamento ansioso?
Il fatto che la presa di coscienza e la consapevolezza mi hanno portato a intraprendere un percorso di risoluzione dei miei loop mentali, legati al mio passato. Ho sentito il desiderio di mettere a disposizione la mia esperienza per aiutare le persone ad abbreviare i tempi nel superare difficoltà legate all’attaccamento ansioso. Tutto inizia dalla consapevolezza della sua esistenza.
Qual è stata la tua esperienza personale con l’attaccamento ansioso e come ha influenzato il tuo percorso di crescita?
Mi sono resa conto di cercare costantemente l’approvazione del mio partner dell’epoca e di avere una forte paura dell’abbandono. Da lì è iniziato il mio viaggio. Sapevo che dietro quelle sensazioni c’era qualcosa di più profondo e ho deciso di andare a fondo.
Ci sono stati momenti chiave nella tua vita che ti hanno spinta ad approfondire questo argomento?
Assolutamente sì. Il rendermi conto dei miei meccanismi relazionali è stato fondamentale. È stato come aprire una porta che tenevo chiusa da troppo tempo.
Un libro, un mentore o un’esperienza in particolare ti ha influenzata?
La perdita di mio padre nel 2017. Iniziai a scrivere lettere per lui, riflessioni e pensieri che mi hanno aiutato a mettere su carta il mio mondo interiore. È stato l’inizio della mia trasformazione emotiva.
Come speri che il tuo libro possa aiutare chi lo legge?
Credo che la presa di coscienza sia il primo passo per evolversi. Il mio libro è una guida per conoscersi meglio: quando impariamo a conoscerci, anche la realtà attorno a noi cambia, come uno specchio.
Quali sono i passi più importanti per trasformare il proprio stile di attaccamento?
Prima di tutto, la consapevolezza: capire qual è il proprio stile di attaccamento. Poi, esplorare il proprio vissuto infantile e iniziare un lavoro pratico su di sé: riconoscere e guarire il bambino interiore, praticare l’autocompassione, regolare le emozioni. Ho cercato di creare un manuale pratico, concreto, che parte dalla mia esperienza personale ma può essere utile a chiunque voglia migliorarsi.

Hai in programma altri libri su temi simili?
Sì, ho già iniziato a scrivere il secondo libro. Le persone che mi hanno scritto per dirmi che il mio libro le ha aiutate sono la mia più grande motivazione. La gratitudine che provo è ciò che mi spinge a continuare.
Qual è stata la sfida più grande nel pubblicare il tuo primo libro?
Portare a termine il progetto. Ho vissuto momenti di incertezza, ma parlando con me stessa – e con la mia bambina interiore – sono riuscita a concludere quello che avevo iniziato.
Se potessi dare un solo consiglio a chi lotta con l’attaccamento ansioso, quale sarebbe?
Trattati come tratteresti una persona che ami. Dai a te stessa i consigli migliori, come faresti con un caro amico. Abbi compassione per te, come faresti con chi ami.
Come definisci il successo nella tua vita?
Per me il successo è la realizzazione progressiva di un ideale di valore. Avere un obiettivo chiaro e agire in modo coerente per raggiungerlo, anche se si tratta di piccoli obiettivi quotidiani. Ecco perché mi considero una persona di successo
Oltre alla scrittura, quali sono le tue passioni?
Gli animali sono parte integrante della mia vita. Anche se lavoro a Roma, ho scelto di vivere in campagna, circondata dalla natura, con i miei cani, gatti e il mio cavallo. “Mente, natura e animali” è il mio motto: credo profondamente nell’energia che ci si scambia.
Dove ti vedi tra cinque o dieci anni, personalmente e professionalmente?
Non ho un’immagine precisa. La mia mente vede mille scenari diversi, ma in ognuno di essi sono serena e grata. Comunque andrà, so che sarò felice.
Se Sabrina fosse un film?
Senza dubbio, Avatar.
